Risposta a un commento

Sono arrivati i primi commenti, su uno non ho niente da dire, all'altro dato che mi sono state fatte delle domande precise ci tengo a rispondere, e lo faccio in un nuovo post visto anche che il post commentato non era l'ultimo.

Carlamagg mi scrive un commento alla prima puntata di "Quando i giornalisti non sanno scrivere, quello che i giornalisti non dicono".

1) CM: Sono convinta che un prete che abbia un minimo di buon senso (e buongusto) non metterebbe mai un perizoma.
LVS: Ognuno si veste come gli pare, se un prete si veste in perizoma non è alla società che deve dar conto ma ai suoi superiori o al suo dio. In ogni caso, non è reato in Italia vestirsi in perizoma e, se anche lo fosse e non lo è, non è questo quello di cui è accusato quindi non ha senso scriverlo nell'articolo. E', come ho già affermato e lo ripeto, un modo per mostrare negativamente una persona, praticamente un insulto gratuito (al di là del fatto che sia vero o meno).

2) CM: Il prete poteva essere in acqua fino al ginocchio, lasciando visibili i genitali.
LVS: Se il prete era in acqua fino al ginocchio, allora perché il giornalista non l'ha scritto? In questo modo non ha fatto capire niente e ha lasciato anzi adito a molti (troppi) dubbi sulla reale veridicità di una scena del genere, quantomeno su com'è stata descritta. In ogni caso inizialmente aveva scritto che era in spiaggia, quindi almeno una contraddizione c'è.

3) CM: Se l'hanno denunciato un motivo ci sarà…
LVS: Il fatto che sia stato denunciato non è un motivo: non molti giorni fa una romena è stata denunciata e anche arrestata e incarcerata per tentato rapimento di un bambino in Sicilia (addirittura nascondendolo sotto la gonna, che è grottesca come scena di questa -tra l'altro non molto alta- che si apre la gonna per farvi entrare il bambino, in spiaggia affollata e in pieno giorno, e pretendere che nessuno la noti. Poi si è scoperto che non era vero niente; tuttavia la gogna mediatica l'aveva già condannata.

4) CM: Ma lei….perchè vuole difendere questo prete?
LVS: Mi spiace, NON sarò breve. No, a me non m'importa nulla di difendere il prete, quello è compito degli avvocati; m'importa di riportare la cronaca sui giusti binari e di mostrare che molto spesso i giornalisti fanno giornalismo spazzatura, proponendo solo la versione dell'accusa quando per fare una corretta informazione sarebbe stato permettere di far leggere anche la tesi sostenuta dalla difesa e permettere a ogni singolo lettore di decidere liberamente a chi credere. Questo non viene fatto quasi mai: da Enzo Tortora in avanti i giornalisti hanno dimostrato che sono per la maggior parte colpevolisti. Da qui la gogna mediatica data a persone che non hanno subito nemmeno i primi interrogatori e che a malapena sono stati iscritti nel registro degli indagati.

Il giornalista […] è tenuto a vagliare l’attendibilità del contenuto della pubblicazione, sia verificando la serietà della fonte, sia altrimenti accertando la sua rispondenza al vero […]
(Cass. pen. sez. VI, 2 ottobre 1978, N. 11841; ud. 14 aprile 1978, D’Amico, in Cass. Pen. Mass. Ann. 1980, 54.)

Nell’esercizio del diritto di cronaca il giornalista deve non solo controllare la verità della fonte di informazione, ma accertare la rispondenza al vero dei fatti narrati e, pertanto, non può avere efficacia esimente la cosiddetta verità putativa o verosimiglianza dei fatti […]
(Cass. pen. sez. 21 aprile 1982, Bocca, in Cass. pen. 1983, 1089, motivaz. e nota.)

Potrei andare avanti ma per ora mi fermo qui.